Oggi facciamo due delle mie cose preferite, parlare di libri e stilare classifiche: ecco quindi i libri del 2023 che ho più amato

È giunto quel momento in cui si tirano le somme: la fine dell’anno. Che orrore, vero? Infatti io tiro le somme solo sui libri che ho letto, riflettendo con attenzione su quelli che ho apprezzato o detestato (così mi distraggo dal pensare a tutti i risultati che non ho raggiunto, ai buoni propositi mancati, ai rimpianti, al tempo che passa, e va bene la smetto). Da questa analisi estremamente ponderata nasce la mia classifica sui migliori libri del 2023. Piccolo disclaimer: non sono per forza libri usciti quest’anno!

Libri al cardiopalma

Posto sbagliato, momento sbagliato

Hai detto viaggi nel tempo? Hai detto thriller psicologico? Eccomi! Se anche voi amate questi temi, non potete perdervi il libro Posto sbagliato, momento sbagliato di Gillian McAllister. Come ogni thriller che si rispetti, non si riesce a posare una volta iniziato, in più è ricco di tensione e colpi di scena inaspettati.

Questi elementi più classici si combinano con una struttura insolita ma che funziona alla grande: il libro inizia subito con un omicidio, e la protagonista viaggia a ritroso nel tempo per capire come impedire a suo figlio di commetterlo, scoprendo diversi aspetti che non conosceva della sua famiglia. Grazie a questa tematica, l’autrice ne approfitta per riflettere anche sulla sindrome dell’impostore, sulle aspettative nei confronti delle madri lavoratrici nella società e altre cose simpatiche prodotte dal nostro amico patriarcato.

Il mio omicidio

Se il libro precedente ha una struttura particolare, Il mio omicidio di Katie Williams ne presenta una ancora più inedita: in questo caso abbiamo una protagonista che indaga direttamente sul suo omicidio. Sì, perché Williams immagina un mondo leggermente più futuristico del nostro, con macchine autopilotate e soprattutto la possibilità di riportare in vita le persone decedute creando dei cloni che assomigliano loro in tutto e per tutto. Magnifico, no? Insomma, se come la protagonista Lou sei stata vittima di un omicidio efferato e devi farci i conti continuamente. Lou decide infatti di parlare con il suo assassino in carcere per provare a cercare delle risposte, che però saranno piuttosto inaspettate…

Questo romanzo non è un semplice thriller, sebbene rappresenti un ottimo esempio del genere: rispetto a Posto sbagliato, momento sbagliato, riflette secondo me in maniera ancora più incisiva e sorprendente sul ruolo della donna oggi, mostrando grazie alle due Lou (pre e post omicidio) che in una persona possono convivere più aspetti, anche stridenti tra loro, e che dobbiamo rinunciare definitivamente a quest’idea della Madre senza macchia e senza desideri. Anche nel romanzo i diversi livelli che si creano convivono armoniosamente tra di loro, e Williams riesce nell’intricato compito di tenere alta la tensione e di fare riflessioni acute senza essere didascalica. Insomma, approvatissimo!

La vita intima

Mamma mia questo libro è una lettura da cardiopalma! L’ho finito in due giorni perché DOVEVO sapere cosa sarebbe successo a Maria Cristina, la protagonista de La vita intima di Niccolò Ammaniti.

Ammaniti ci butta nella vita apparentemente perfetta di Maria Cristina, ex modella e moglie dell’attuale premier, che un giorno riceve un video compromettente sul suo cellulare. Da lì, il macello: Maria Cristina si agita, corre, indaga, cambia taglio di capelli, si scarnifica un alluce, tutto per non mandare all’aria una vita che in fondo non la soddisfa pienamente.

Il libro funziona divinamente a livello di narrazione, è costruito in maniera certosina per non fartelo mettere giù, e anche quando lo metti giù per espletare le tue funzioni vitali non vedi l’ora di riprenderlo in mano. D’altronde la struttura a “bomba a orologeria” con lo scandire dei giorni prima del grande disastro funziona sempre benissimo, anche al cinema (infatti non mi stupirei di vedere il libro trasposto sul piccolo o grande schermo). Ma non potrebbe funzionare così bene se non ci fossero quei personaggi sopra le righe ma in qualche modo sorprendentemente verosimili alla Ammaniti.

Libri sulle famiglie

Patria

Hai detto saga famigliare intrecciata a eventi storici? Con Patria di Fernando Aramburu hai tutto questo e molto di più. La storia vede contrapporsi due famiglie, quelle del Joxian e del Txato, le quali vivono in un paesino nei Paesi Baschi e sono legate da una grande amicizia che si rompe quando il Txato rimane vittima di un attentato dell’ETA, di cui fa parte uno dei figli di Joxian.

Il libro è una strana commistione di elementi esotici e famigliari: molti termini utilizzati dall’autore appartengono all’euskera, una delle lingue parlate nei Paesi Baschi, e danno quasi la sensazione di sentir parlare di avvenimenti accaduti in un altro mondo. A questo mood ha contribuito anche la mia scarsa conoscenza delle vicende legate all’ETA, lo ammetto.

Aramburu mi ha riportata coi piedi per terra collegando la Storia, quella solenne e da Wikipedia, con quelle piccole nefandezze che compiono le persone nella vita di tutti i giorni, quelle che pensiamo facciano solo gli altri: Aramburu invece ci sgama di brutto e sa di parlare a chiunque con alcuni dei temi che tocca (come il rapporto con il denaro, l’invidia sociale). Ogni grande azione viene indagata a ritroso fino a ritrovarne la radice più misera, ma arrivati a quel punto hai osservato tutti i personaggi da una posizione privilegiata e li comprendi, anche se a volte vorresti picchiarli. Un po’ come succede a volte con la propria famiglia, no?

Domani a quest’ora

Noi rimuginers passiamo ore e ore a immaginare come avremmo potuto agire diversamente. “E se…?” è il nostro incipit preferito. Figuriamoci quindi se non avrei potuto amare Domani a quest’ora di Emma Straub, libro incentrato sugli “E se…?”.

Alice è una 40enne newyorkese con una vita tutto sommato ok, che però sta per diventare molto meno ok per via di suo padre Leonard, bloccato in un letto di ospedale da settimane. Alice si chiede se tornando indietro nel tempo non potrebbe cambiare le cose, aiutare suo padre ad avere una vita più sana, e perché no, modificare anche alcune cose della propria, di vita. Presto detto: dopo una notte decisamente alcolica, Alice si risveglia nel 1996 con un corpo da adolescente e un padre in forma smagliante. È ancora tutto possibile.

A me Domani a quest’ora ha fatto venire un magone terribile, perché queste storie con un genitore da salvare e di viaggi nel tempo sono il mio Roman Empire. E poi è ambientata a New York, che è raccontata in maniera davvero speciale, tra quartieri che sembrano borghi incantati e posti iconici dove mangiare hot dog untissimi. L’unica nota un po’ negativa per me riguarda la protagonista: mi è sembrato che avesse poco carattere, che fosse quasi indefinita. Forse si perde un po’ troppo nella coolness della New York descritta nel libro e nella natura fantascientifica del libro.

Dove non mi hai portata: mia madre, un caso di cronaca

Accidenti a Maria Grazia Calandrone, autrice di questo libro che ogni volta mi faceva piangere in metro. Dove non mi hai portata racconta la storia vera dei genitori di Calandrone, Lucia e Giuseppe, morti suicidi e costretti ad abbandonarla loro malgrado. L’autrice scava nella loro scelta fino a ricostruirla nei minimi dettagli, con una comprensione dei gesti compiuti da ogni protagonista della vicenda che mi ha lasciata senza fiato. Penso che non tutt* sarebbero in grado di scarnificare il proprio passato e offrirlo con una tale generosità a chi legge come Calandrone, ed è questo a rendere il libro speciale. Lo sarebbe stato ancora di più, a mio avviso, se Calandrone avesse rinunciato alla sua deformazione professionale da poetessa, tratto che a volte appesantisce la storia che è già perfettamente potente di suo.

Libri che inizialmente avrei snobbato e per fortuna che non l’ho fatto

Le vite nascoste dei colori + L’isola dei battiti del cuore

Grazie alla mia amica Simona quest’anno ho letto ben due libri di Laura Imai Messina, scrittrice italiana che vive in Giappone da diversi anni. Devo dire che se non fosse stato per Simona, difficilmente avrei letto dei libri con dei titoli del genere: li avrei trovati troppo sdolcinati, e me ne sarei andata allegramente per la mia strada. Per fortuna però, di fronte alle sue recensioni entusiastiche, sono andata oltre l’aspetto e devo dire che ho trovato un contenuto suggestivo e in grado di catturare l’attenzione (anche se qualche nota un po’ troppo mielosa l’avrei comunque evitata, scusa Simo non me ne volere).

Il Giappone di Laura Imai Messina non è il Giappone kawaii, e non è nemmeno il Giappone misterioso e a tratti crudo di Murakami. Si tratta di un Giappone quasi incantato, che racconta la tradizione dei kimono in Le vite nascoste dei colori, o isole lontane ma realmente esistenti in cui ascoltare i battiti del cuore registrati da varie persone nel mondo, come ne L’isola dei battiti del cuore. Allo stesso tempo i due libri riescono a essere molto concreti, perché raccontano di piccole e grandi tristezze che potrebbero essere quelle di chiunque. In questo modo si riesce ad “abbattere” la distanza relativa all’esotismo del Giappone, perché arrivi a pensare che in fondo tutto il mondo è paese, signora mia.

Tomorrow, tomorrow and tomorrow

Questo romanzo di Gabrielle Zevin per me vince a mani basse il titolo di libro più bello letto nel 2023. Anche in questo caso mi veniva un po’ da snobbarlo perché era diventato un fenomeno virale su TikTok (boomeeeeeeer) ma invece mi sono dovuta ricredere: in metro ero così immersa nella lettura che riuscivo a ignorare con facilità anche chi ascoltava musica balcanica a tutto volume senza cuffie. E una volta ho quasi perso la mia fermata!

Il libro mi è piaciuto così tanto perché Zevin è riuscita a fare una cosa che non riesce a tutt*: creare un mondo, e per di più un mondo verosimile e tridimensionale. Anche i suoi protagonisti per lavoro creano mondi: Sam e Sadie sono amici, un po’ si amano o forse no, ma soprattutto realizzano insieme videogiochi amatissimi in tutto il mondo.

Non aspettatevi una storia d’amore, perché Tomorrow, tomorrow and tomorrow è più un dietro le quinte sul lavoro di un team che crea qualcosa di bello e duraturo, e su come funziona quel processo che viene dopo la frase “Ehi, ho avuto un’idea”. Questa parte mi ha raccontato tantissimo la stupenda serie TV Halt and catch fire, la quale si basa sulle stesse dinamiche.

In conclusione, devo dire solo che se avessi scritto io il libro avrei lasciato da parte qualche nota troppo melodrammatica. Però non l’ho scritto io e Zevin si sta probabilmente godendo la sua ricchezza a bordo di uno yacht, quindi chi ha ragione?

Dio di illusioni

Con Dio di Illusioni di Donna Tartt ho finalmente fatto pace con l’autrice dopo aver letto Il Cardellino. Sì, perché il Cardellino è scritto squisitamente e quello che volete, ma non posso leggere 800 pagine fine a sé stesse. I protagonisti di Tartt sono spesso individui che vagano, sbevazzano, passano la giornata in maniera inconcludente, e dopo un po’ ti senti la loro frustrazione addosso, ma almeno in Dio di Illusioni la condizione allucinata del narratore è sorretta dalle venature thriller della trama. Infatti c’è di mezzo un omicidio, un gruppo di studenti del college e un professore di greco antico che esercita su di loro un fascino magnetico. Tutte le testoline dei protagonisti vengono magistralmente vivisezionate da Tartt, scoperchiando verità nient’affatto confortevoli.

L’arte di saper fallire

Di solito diffido dai libri di self-help, dato che spendo già abbastanza soldi per andare in terapia. Però questo libro di Elizabeth Day (tratto da un suo podcast famosissimo) mi è piaciuto perché non ti offre soluzioni spicciole e non promette grandi miracoli. Ti invita invece a guardare al fallimento da un’altra prospettiva, e ti offre dei racconti di altre persone che in molti casi hanno sperimentato le tue stesse vicissitudini. E questo ti fa sentire decisamente meno sola e cretina.

Libri con protagoniste pazzesche

Appunti sulla tua scomparsa improvvisa

Anche il libro di Alison Espach, come molti di quelli che ho letto quest’anno, ha tutte le carte in regola per non essere mai posato mentre lo si legge, grazie alla madre di tutte le formule per non posare mai un libro, ovvero La Storia d’Amore Tormentata. In questo caso, si svolge tra Sally e Bill, rispettivamente sorella ed ex fidanzato di Kathy, morta in un incidente di macchina.

Il romanzo mi è piaciuto particolarmente anche per la figura di Sally, super credibile, impresa non facile da compiere dato che la conosciamo da piccola, da adolescente e da donna adulta. La sua è una storia di formazione atipica, dato che passa attraverso il lutto per la sorella, ma rispecchia tutti i canoni del genere se non per un dettaglio: finalmente vediamo una ragazza arrapata! Oh, ed era ora! Sembra che nei libri o nei film sia un privilegio solo dei maschi, mentre le ragazze dovrebbero essere delle ancelle virginali. Per fortuna Espach ha avuto una grande intelligenza e un grande intuito nel trattare questo tema, daje Alison.

Poverina

Poverina di Chiara Galeazzi non è solo la storia vera di una donna di 34 anni che viene colpita da un ictus, ma è anche la storia di una persona che parte da una base già traballante: lavori complicati, colleghi del cazzo, antiacidi e attacchi di panico. Cose di cui noi millennial non sappiamo nulla, vero? A-ha.

Quello di cui non sapevo molto, invece, è come reagire quando qualcuno ha un ictus (o una malattia altrettanto invalidante), che sarebbe il perno su cui si regge il libro: non bisogna dare della poverina/o! Ossia, ho capito che sarebbe fantastico saper scindere la malattia dalla persona, senza sguazzare nel pietismo. Un po’ intricato per me: a volte quando interagisco con chi ha passato un guaio fisico, anche se l* conosco poco, sento di dover mostrare la mia solidarietà, che magari può venir scambiata per compassione. Poverina però mi ha insegnato, tra una risata e l’altra, a farmi qualche domanda in più in merito a queste tematiche.

Daisy Jones and the six + I 7 mariti di Evelyn Hugo

Sempre per la serie “libri impossibili da posare una volta iniziati”, non posso non citare questi due libri di Taylor Jenkins Reid. Il primo racconta la storia di una band alla Fleetwood Mac: un sacco di componenti, un sacco di casini, un sacco di alcol e droga. Il secondo racconta invece la storia di un’attrice della Vecchia Hollywood, con un sacco di casini e alcol anche in questo caso. E un sacco di mariti, ovvero i 7 del titolo.

Entrambi i romanzi mi sono piaciuti tantissimo perché l’autrice è riuscita a rendere delle storie inventate di sana pianta del tutto credibili. Ad esempio Daisy Jones and the six, da cui hanno tratto anche una serie TV abbastanza mediocre, risulta verosimile e interessante anche grazie al largo spazio dedicato al processo creativo di un brano musicale, cosa di cui non sapevo molto dato che so suonare solo l’inizio de L’inno alla gioia su tastiera.

Però mi piace il cinema, e lo conosco bene: infatti I 7 mariti di Evelyn Hugo rappresenta per me la vera chicca di Jenkins Reid, dato che si inventa decine di film che potrebbero essere esistiti tranquillamente e all’interno dei quali recita la finta Evelyn Hugo, basata su un mix di attrici dell’epoca d’oro di Hollywood. Questo “Frankenstein” funziona alla perfezione, e non puoi fare a meno di fare il tifo per lei durante tutti i problemi che si ritrova ad affrontare.

Libri strani forte

Sirene + I terrestri

Senza dubbio, Sirene di Laura Pugno e I terrestri di Sayaka Murata sono tra i libri più strani che abbia mai letto. Strani e anche parecchio disturbanti, infatti consiglio la lettura a chi ha lo stomaco forte. Io non ce l’ho, e infatti non so nemmeno perché li abbia letti, ma nonostante tutto li ho apprezzati.

I terrestri perché presenta una protagonista irresistibile che ritiene di essere un’aliena, convinzione che ovviamente le causa non pochi problemi. In pratica, il libro rappresenta l’estensione di un esercizio che si fa spesso nei corsi di scrittura, che consiste nell’immaginare l’arrivo di un alieno sulla Terra a cui sembrano giustamente assurde le nostre abitudini e a cui bisogna spiegare quindi come funzionino. Solo che l’autrice porta quest’esercizio in territori davvero inaspettati e un po’ schifosetti. A me ha ricordato anche The Dreamers, in alcuni punti… un The Dreamers cannibale, non dico altro. Gesù, che strano libro.

Anche Sirene non scherza, però: non aspettatevi che le sirene del libro siano quelle creature melodiose e luccicanti alla Disney, direi che sono come quelle di Ulisse, ma decisamente più selvatiche e aggressive. D’altronde fanno bene a esserlo: gli umani le hanno ridotte in cattività, e le sfruttano per farne carne da sushi e per utilizzarle nei bordelli, il tutto mentre vivono sottoterra a causa di un sole diventato ormai cancerogeno ai massimi livelli. E se vi aspettate una redenzione dei protagonisti, beh, non arriverà. Anche se c’è qualcosa che assomiglia a un lieto fine, e meno male direte voi, sennò questo libro sembrava veramente un elenco di cose brutte e basta.