Cosa vedere in Costiera Amalfitana in 5 giorni? E soprattutto… cosa mangiare? Tutte le risposte a questi quesiti esistenziali nel post

In cosa consisterà questo post su cosa vedere in Costiera Amalfitana in 5 giorni:

  • Descrizione certosina di tutto quello che ho mangiato in Costiera amalfitana
  • Le tappe imperdibili e i suggerimenti pratici riguardo le località della Costiera

In cosa non consisterà questo post:

Descrizioni certosine sui tramonti, i profumi e le vedute della Costiera amalfitana che sono altresì presenti nella maggior parte dei siti che ho consultato prima del viaggio.

Piccolo disclaimer prima di iniziare: alcune tappe di cui parlo nel post sono state fatte da me e il mio fidanzato ad aprile 2019; in seguito siamo tornati in Costiera ad aprile 2023 con degli amici, rivedendo alcune cose e aggiungendone altre al viaggio: tutti gli aggiornamenti del 2023 saranno debitamente segnalati.

Cosa vedere in Costiera Amalfitana in 5 giorni: la partenza

Il primo giorno siamo partiti verso le 10 da Roma arrivando intorno alle 12 e 30 a Caserta, dove abbiamo pranzato al caseificio-gastronomia Franco Leuci, dove ho mangiato il panino con la scamorza di bufala della vita. E se non vi basta il mio di giudizio positivo, pensate che il caseificio è stato visitato addirittura da Papa Francesco in persona.

Non lontano dal caseificio c’è anche la celebre pizzeria I Masanielli di Francesco Martucci, la prezzemolina delle classifiche sulle migliori pizze al mondo, esatto non in Italia, in Europa, ma proprio al mondo. E di solito si trova sempre al primo posto. Se lo merita? Secondo la mia modesta opinione, assolutamente sì. Se ci passate in un giorno feriale senza aver prenotato, potreste trovare una piccola fila che scorre subito. Nel weekend temo che non sia altrettanto scorrevole; in alternativa nelle vicinanze c’è la pizzeria omonima gestita dal fratello di Francesco, Sasà.

Aggiornamento 2023: quando siamo tornati in Costiera la seconda volta abbiamo passato il primo giorno a Sorrento: la segnalazione d’obbligo in questo caso va all’Antica Gelateria dell’Accademia e al suo gusto, vincitore di numerosi premi, tra cui quello “Gelato agli agrumi del cuore di Giulia Sinceri”. Inoltre, poco fuori dalla città, abbiamo visitato le rovine romane dei Bagni della regina Giovanna, semplicemente incredibili.

2° Tappa: Vietri sul Mare, Cetara, Minori e Furore

Nel 2019 abbiamo iniziato il nostro giro della Costiera Amalfitana partendo da Vietri sul mare. Cosa c’è da vedere a Vietri? La spiaggia dei Due fratelli, la chiesa di San Giovanni Battista, l’Arciconfraternita dell’Annunziata e del Rosario e una gran quantità di negozi di ceramiche, per le quali il paese è famoso nel mondo (vanno fortissimo degli asini di ceramica dall’aspetto deforme, se cercate dei souvenir). Diciamo che abbiamo iniziato il tour in maniera ascendente, perché se Vietri non è male, le località successive sono ancora meglio.

In effetti Cetara, la nostra seconda tappa, era più caratteristica, senza contare che presenta dei souvenir che mi allettavano maggiormente rispetto alle ceramiche: mi riferisco alla colatura di alici, che potrete trovare in diversi negozi del posto. Vi suggerisco di limitarvi a quella, perché era l’unica che proveniva dalla zona FAO del Mediterraneo, mentre i filetti di tonno provenivano tutti da zone FAO relative all’Oceano Indiano (sono info scritte sul retro delle confezioni dei prodotti ittici, se ad esempio c’è scritto Zona FAO 37.1 basta googlare e scoprirete dove si trova).

Come vedete, il mio blog non è solo ad alto tasso di glamour ma si preoccupa anche degli interessi di voi consumatori. Comunque sia, abbiamo comprato questa benedetta colatura al negozio Delfino Battista, il migliore per rapporto qualità-prezzo.

Piccola nota malinconica: a Cetara si trova il ristorante Il convento, dove si recò lo chef Anthony Bourdain durante una puntata di No reservations di diversi anni fa. Ulteriore nota malinconica: adesso il ristorante ha delle recensioni non proprio positive, perciò per pranzo ci siamo presi un buon cuoppo di pesce fritto alla Frittura del golfo.

Sempre seguendo un itinerario gastronomico, abbiamo attraversato in macchina Maiori senza fermarci (da quel poco che ho visto ricordava un po’ Mentone in Francia), perché avevamo poco tempo e la nostra priorità era arrivare alla rinomata pasticceria Sal De Riso situata a Minori. Una volta arrivati in centro non fatevi fregare da un altro locale che si chiama semplicemente “De Riso”, perché la pasticceria originale reca il nome completo di questo uomo che non esito a chiamare ARTISTA: la sua Delizia al limone me la sogno ancora di notte.

Altri dolci ottimi sono la Torta ricotta e pere e il babà (le monoporzioni costano 5 euro), inoltre ho visto veleggiare dei piatti per gli aperitivi molto invitanti, e non fatemi nemmeno iniziare con il gelato e le altre specialità perché piango dalla nostalgia. Se invece volete nutrirvi anche di cultura, le tappe imperdibili a Minori sono i resti della Villa Marittima Romana e la Basilica di San Trofimena. Infine è famosa anche per i pastifici (sì, la pasta è cultura).

La sera abbiamo deciso di mangiare a Sorrento, ma prima ci siamo fermati a Furore, dove ha luogo il celeberrimo fiordo.

Rifocillati dalla vista, abbiamo deciso di badare anche al nostro stomaco andando da Lieve, un ristorante pizzeria a Sorrento: il menù presentava primi e secondi piatti che sembravano molto invitanti, ma noi ci siamo buttati sui fritti (le montanarine sono deliziose) e le ottime pizze, che vanno da quelle più classiche a quelle più particolari, come la Bronte con pomodorini gialli e pistacchi, la Cetara con filetti di tonno e alici o la Nerano nella foto qui sotto. Ulteriore nota di merito va sicuramente al personale e ai gestori del locale, sono stati tutti di una gentilezza unica.

3° Tappa: Ravello, Amalfi e Positano

La mattina del terzo giorno ci siamo svegliati sul presto perché ci mancavano ancora diverse località della Costiera da esplorare: a tal proposito, vi dico che in 2 giorni si possono vedere quasi tutte anche se leggermente di fretta (dipende anche dal periodo), ma 3 giorni sarebbero proprio l’ideale per poter fare un giro in pieno relax.

Passando a Ravello, se non riusciste a trovare parcheggio proprio all’interno del paese vi converrà lasciare la macchina a Scala, che si trova di fronte (a Scala c’è anche un buon ristorante che si chiama Zi’Ntonio, fanno la pasta alla genovese con ragù di carne e taaaanta cipolla): sembrerebbe una fatica immane, data la strada piena di tornanti, tuttavia ci sono delle scalinate che tagliano gran parte delle curve permettendovi di raggiungere Ravello in 15 minuti al massimo.

Appena arrivati siamo entrati a Villa Rufolo, che oltre a me è piaciuta a menti altrettanto eccelse tra cui Wagner. Abbiamo anche visitato Villa Cimbrone e la sua Terrazza dell’infinito, il futuristico Auditorium Oscar Niemeyer e abbiamo girato per il centro di Ravello, un dedalo di vie strettissime ed elementi di interesse come gatti, limoneti, villini, ristoranti e tanto altro. In più abbiamo mangiato una pizza eccellente da Mimì, ristorante in pieno centro ma nonostante ciò decisamente abbordabile e con pizze da leccarsi i baffi.

Dopo ci siamo spostati in zona Amalfi, dove abbiamo lasciato la macchina nel comodo parking Luna Rossa, da cui si raggiunge direttamente il centro del paese, non prima però di aver fatto un giro ad Atrani, tra i borghi più belli di Italia. Anche qui come a Ravello il centro è un minuscolo labirinto ma a base di case bianche e lenzuola stese, a cui ovviamente ho fatto più foto del necessario.

Tra le altre tappe imperdibili: Chiesa di San Salvatore de’ Birecto, la Collegiata di Santa Maria Maddalena, la Grotta di Masaniello e la Grotta dei Santi. Purtroppo sono rimasta un po’ delusa perché avrei voluto assaggiare il sarchiapone, una zucchina fritta ripiena di mozzarella e carne trita affogata nel pomodoro, ma a quanto pare è un piatto che si mangia solamente sotto le feste.

Perlomeno mi sono consolata da Il cuoppo di Amalfi e prendendo il gelato da Andrea Pansa: ottimi gusti classici a un prezzo ragionevole (un cono piccolo viene 2 euro e 50, esattamente come la maggior parte delle gelaterie di Roma). A quel punto eravamo pronti ad affrontare la scalinata che porta al celeberrimo Duomo e al Chiostro del Paradiso (l’ingresso costa 3 euro), girando in seguito il centro con le sue vie straripanti di persone e presepi.

La nostra tappa successiva sarebbe dovuta essere la Grotta dello Smeraldo a Conca dei Marini, peccato che chiuda alle 16. Almeno abbiamo avuto più tempo per girare Positano con le sue spiagge e la Chiesa di Santa Maria Assunta, i suoi ristoranti con gli spaghetti alle vongole a 20 euro e i negozi coi caftani alla Marta Marzotto.

Era esattamente come me l’aspettavo: una sorta di presepe vivente turistico e ipnotico. La nostra “fortuna”, chiamiamola così, è stata parcheggiare lontano dal centro (e per lontano intendo: mille scale), ma almeno così facendo abbiamo potuto vedere la parte più nascosta e tranquilla di Positano, quella per la quale una volta tornato puoi atteggiarti a local del posto. Un’altra chicca più “verace” di Positano? Il locale Delicatessen: panini e focacce farcite, torte rustiche e frittatone a prezzi onesti. E chi se lo aspettava!

4° Tappa

Il quarto giorno eravamo dell’idea di andare a Capri in giornata, ma la pioggia ci ha fatto desistere (tanto più che col brutto tempo la Grotta Azzurra non è visitabile) indirizzandoci perciò su Pompei, la quale non distava molto dalla nostra base di Vico Equense. Abbiamo fatto una fila di 30 minuti per prendere due biglietti da 15 euro l’uno, pronti a giudicare dall’alto della nostra vicinanza a Ostia antica se Pompei fosse tanto meglio: beh sì, lo è.

C’è molto, moltissimo da vedere, e vi consiglio di prendervi almeno 4 ore per visitare a modo gli scavi. Tip: anche se non prendete una guida, in giro ce ne sono talmente tante che sarà impossibile non carpire le utili informazioni sulla vita a Pompei che forniscono ai vari gruppi di turisti.

Al ritorno da Pompei ci siamo fermati a Castellammare di Stabia, diretti al Caffè emozioni gustative dove si trova una selezione della pasticceria di Sal De Riso: abbiamo preso una fetta di torta Panarea a base di pistacchio e un semifreddo ai tre cioccolati, e che ve lo dico a fare, erano meravigliosi. La sera siamo tornati da Lieve a Sorrento dove abbiamo preso la nostra terza pizza nel giro di quattro giorni; del resto a Pompei avevamo camminato tantissimo.

Il quinto giorno dovevamo tornare a Roma, ma prima sembrava un peccato non fare un salto a Napoli per provare la pasta patate e provola di Nennella, o vedere il Cristo Velato (ingresso: 7 euro) e il Monastero di Santa Chiara (6 euro), due tappe che non avevamo ancora esplorato nel capoluogo campano. Per Nennella e il Cristo Velato vi consiglio di andarci sul presto per evitare file piuttosto lunghe (riguardo al ristorante: sappiate che è decisamente folcloristico, ma non dirò nient’altro perché è un’esperienza che va vissuta e non spiegata a parole).

Bonus track: il Sentiero degli Dei

Durante la tappa del 2023 abbiamo pensato di effettuare anche il Sentiero degli Dei, un percorso naturalistico che si snoda lungo la Costiera. Lo so a cosa state pensando: è fattibile? Quanto dura? Alla fine avrò delle megavescicone? Allora, durante il sentiero abbiamo incontrato diverse persone anziane (anche con scarpe non propriamente adatte – ricordatevi quelle da trekking), inoltre il percorso non è particolarmente accidentato o in salita. Tuttavia, dura 4 ore. No, non in tutto: 4 all’andata e 4 al ritorno.

In molti decidono di fare il sentiero partendo da Bomerano (Agerola), come abbiamo fatto anche noi, per poi arrivare a Positano e da lì prendere degli autobus, come non abbiamo fatto noi perché siamo masochisti. Infine, il percorso ne vale la pena? Beh, penso di sì. Penso perché noi l’abbiamo visto avvolto dalla nebbia, ma devo dire che nonostante tutto è stato uno spettacolo suggestivo. Nel caso non temiate le megavesciche ai piedi, vi lascio il link dell’alloggio di Bomerano dove abbiamo dormito, pulitissimo e comodissimo perché si trovava a soli 10 minuti di cammino dall’inizio del sentiero. Un po’ prima del punto di partenza troverete anche diversi alimentari e negozi con attrezzature da trekking, in caso di bisogno.

Io comunque ve lo dico, sto già pensando a quando ritornare in Costiera. E spero di aver fatto venire voglia anche a voi di andare: magari scegliete un periodo più in bassa stagione, così da evitare il traffico e le lunghe code. Per il resto, lunga vita alla Costiera Amalfitana!